#3 La nostra vita è capottata
Abbiamo a lungo cercato, negli anni scorsi, di tenere insieme la medicina basata sulle evidenze e la medicina narrativa. Poi è arrivato il Covid e uno tsunami di numeri ci ha completamente sommersi, facendo affondare definitivamente il principio per cui la qualità dei dati è più importante della loro quantità e facendo scempio anche di alcune regole di base della statistica. È l’infodemia, bellezza.
Abbiamo a lungo cercato, negli anni scorsi, di ricordare che c’è malattia e malattia, che c’è il disease della malattia organicisticamente concepita e trattata dai sistemi sanitari, la malattia come fatto, e c’è l’illness della malattia come esperienza personale e profonda, come vita e storia di ciascuna persona. Poi è arrivato il Covid e le persone, con la loro capacità di scrivere la propria storia, sono scomparse.
E allora noi siamo andati a cercarle, le persone e le loro storie. E insieme a Comunità della Salute ci siamo immersi nella ferita che si è aperta a Bergamo, che è stata emblema e icona di una tragedia mondiale, e abbiamo tessuto la trama di una narrazione collettiva che si regge sull’ordito di migliaia di piccole grandi storie personali e famigliari.
Il fiocco viola è il risultato, straordinariamente autentico e commovente, di questo esperimento di narrazione corale, al quale hanno preso parte oltre cinquanta persone, la cui biografia personale è stata radicalmente riscritta dalla pandemia, che non hanno rinunciato ad esercitare il diritto e il potere di raccontare in prima persona ciò che è successo alle loro esistenze.
Come Pietro che: “Sono ormai quasi due settimane che la nostra vita è capottata. Non siamo sicuri se sopravviveremo a quanto ci sta capitando” (Da sempre e per sempre).
Come Gerardo che: “Da qui vedo le ambulanze, sento le loro sirene” (Sono sempre stato a scuola).
Come Pietro: “Ho macinato strade, suonato campanelli, chiesto favori, non ho dormito per notti intere” (Scavare).
O come Laura che:
«Edoardo tutto bene? Che fai sotto il letto?».
«Mamma se non finisce il Coronavirus ci sarà la fine del mondo?».
«Edoardo che stai costruendo con i Lego?».
«È il carro funebre, qui c’è il pipottino che guida, qui c’è la croce, e guarda: qui dentro c’è il morto con la barella».
(Dialoghi).